Se l’Italia fosse un paese serio, magari uno di quelli in cui un politico che mente viene immediatamente emarginato dalla vita pubblica e dalla professione, tutti coloro che hanno sciacallato sul tema della violenza familiare, e l’hanno brandito come una clava contro la riforma della legge 54 facendosene pure vanto, sarebbero già a nascondersi dalla vergogna.

Purtroppo non lo siamo e dobbiamo accontentarci di dire noi che il “Codice Rosso” di cui si sono tanto vantati non ha, e del resto non si vede come avrebbe potuto averlo vista la Costituzione, alcuna connotazione di genere e non contiene alcuna distinzione tra madri e padri, uomini e donne, maschi o femmine che sia.

Le loro trionfalistiche dichiarazioni sono solo pezzente propaganda elettorale sul dolore e la debolezza altrui, dilatata a dismisura dalla mancanza di una stampa degna di questo nome, che preferisce fare da cassa di risonanza della cattiva politica piuttosto che da cane da guardia della democrazia.

Politici e giornalisti di tale risma sono solo pupazzi che recitano una parte in una farsa senza spettatori, tale e tanta è la distanza dal paese reale: autoreferenzialità pura del tutto distaccata dal paese reale.

Un paese fatto di milioni di padri galantuomini e responsabili e di madri oneste lavoratrici che merita questa indecenza. Ed i primi a dirlo dobbiamo essere noi: il “Codice Rosso” è solo cultura manettara delle relazioni familiari buona a far aumentare le denunce e dare un miserabile contentino a quella vile opposizione che vive solo di conflitto e slogan senza senso. Altro che Convenzione di Istanbul.

Queste regole e questi diritti s’intersecano con i diritti di giudici, avvocati, cancellieri, ausiliari, forze dell’ordine e chiunque altro sia chiamato a far funzionare la macchina dei diritti.

La maggiore o minore quantità di questa moneta ha, però, conseguenze molto diverse tra un adulto ed un bambino.

Per un adulto, il tempo rende i diritti meno effettivi ma il ritardo può essere risarcito se causa un danno.

Per un bambino è diverso: il tempo dell’infanzia è unico ed ogni ritardo si trasforma in una ingiustizia definitiva che si porterà dietro per il resto della vita.