I codici di rito, con le loro aride regole, i diritti e i doveri delle parti, le loro facoltà e le loro preclusioni servono a realizzare i diritti dei cittadini.

Queste regole e questi diritti s’intersecano con i diritti di giudici, avvocati, cancellieri, ausiliari, forze dell’ordine e chiunque altro sia chiamato a far funzionare la macchina dei diritti.

Tutta questa complessità ha un costo che si paga con una moneta che è scolpita nella Costituzione ma che nessuna banca può stampare e si chiama effettività.

La maggiore o minore quantità di questa moneta ha, però, conseguenze molto diverse tra un adulto ed un bambino.

Per un adulto, il tempo rende i diritti meno effettivi ma il ritardo può essere risarcito se causa un danno.

Per un bambino è diverso: il tempo dell’infanzia è unico ed ogni ritardo si trasforma in una ingiustizia definitiva che si porterà dietro per il resto della vita.

Per questo una giustizia lenta, che si nasconde dietro l’ipocrisia del caso per caso è già da sola un danno ingiusto per un bambino.

Chi sta dalla parte dei bambini chiede regole chiare e regole di giudizio semplici e prevedibili perché sa che cavilli e speculazioni dialettiche da azzeccagarbugli da strapazzo rendono carta straccia i loro diritti ne mortificano la dignità.